I piani di sviluppo italiani, economici, sociali e di sostenibilità, non prescindono dalla tecnologia di rete disponibile sul territorio. E’ per questo che un sensibile aumento della diffusione capillare di tecnologie in fibra, xdsl e di rete mobile 5G si rivelano indispensabili per il salto di qualità che la trasformazione digitale richiede. Ancora molte, purtroppo, sono le aree grigie in cui la disponibilità di tecnologie di nuova generazione latitano. Se i piani industriali degli operatori di Tlc prevedono grandi investimenti per la vendibilità di FTTH nei centri urbani, restano ancora scoperte dalle ormai banali Xdsl le zone periferiche, in cui tipicamente si sono sviluppati i distretti industriali in cui risiedono la gran parte delle pmi italiane.
E’ difficile pensare che aziende che ancora navigano in adsl possano seriamente investire in cloud quando a malapena riescono a gestire una vpn.
La situazione è in rapida evoluzione grazie alla diffusione dell’FWA ma il vero salto di qualità sarebbe possibile con l’implementazione effettiva del 5g che darebbe anche un grosso impulso ai progetti di robotizzazione e di smart city, solo per citarne alcuni con ricadute facilmente riscontrabili sulla vita quotidiana e sulle nostre economie.
Al di là delle prestazioni di download e upload dei dati, che consentirebbero velocità che spaziano dai 50 Mbit/s fino a oltre 1 Gbit/s , il vero tratto distintivo del 5g si riscontra nella ridottissima latenza , ovvero nella riduzione del tempo che intercorre tra l’invio di un’informazione e la sua ricezione.
Facciamo un esempio pratico: se pensiamo ad un auto guidata da remoto, il tempo di latenza corrisponde al tempo necessario affinchè l’invio del comando di stop del veicolo corrisponda all’effettiva azione di frenata.
Guida da remoto, telemedicina, efficientamento delle risorse energetiche come l’illuminazione pubblica, mappatura del territorio attraverso droni che trasmettono in 5g, videogaming, telemedicina, assistenza specializzata ai macchinari: questi e molti altri sono gli ambiti applicativi in cui il 5g consentirà una vera rivoluzione del sistema industriale e della quotidianità.
Quando dovremo cercare un parcheggio e la nostra auto sarà in grado di segnalarci il primo posto libero nei dintorni in tempo reale grazie ai sensori installati sui nostri veicoli, avremo un effetto tangibile di cosa significa transizione digitale, ovvero di un cambiamento che pervade realmente le nostre abitudini di vita.
Allo stato dell’arte, tuttavia, gli investimenti previsti per la diffusione del 5g e delle reti di nuova generazione non si avvicinano a quanto necessario per raggiungere gli obiettivi che l’Italia si era prefissata nel momento in cui ha iniziato la posa delle reti 5 g .
Questo ritardo non solo è stato dovuto alla dotazione di risorse economiche ma al vero e proprio ostruzionismo che negli ultimi mesi ha caratterizzato la diffusione di fake news e mitologie avverse nell’opinione pubblica tali da portare le amministrazioni locali a bloccare sconsideratamente l’installazione delle nuove antenne.
Dalle morie degli uccelli alla responsabilità nella diffusione del covid, dall’aumento dei tumori al rischio di spionaggio internazionale: sul 5g sono circolate fake news di ogni genere, spesso rilanciate in maneira irresponsabile dalle testate giornalistiche.
Persino sul sito del Ministero della Salute è disponibile una sezione che mette in evidenza le fake news legate al 5g in relazione al coronavirus (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioFakeNewsNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&tagId=1308)
Gli studi condotti dall’Istituto superiore di sanità ad oggi non evidenziano rischi per la salute legati alle onde radio emesse dai ripetitori con frequenza 5g, precisando che la necessità di utilizzare un maggior numero di “small cells” è dovuta alla elevata frequenza delle onde elettromagnetiche tipiche della banda 5g che infatti, durante la loro propagazione, non sono in grado di penetrare attraverso gli edifici o di superare ostacoli, ed inoltre vengono facilmente assorbite dalle foglie e dalla pioggia. https://www.iss.it/documents/20126/2265547/5G_e_rischi_per_la_salute.pdf/d50f25e6-25e4-48c8-b8c3-7da28cc57827?t=1575725274470
Gli standard internazionali, che in Italia sono i più restrittivi sul territorio europeo, definiscono limiti di esposizione ai campi elettromagnetici tali per cui la soglia degli effetti termici prodotti dalle onde elettromagnetiche non venga superata.
Ad oggi secondo la IARC le ricerche condotte ed esaminate non danno evidenza di cancerogenità dei campi elettromagnetici , se non in alcuni studi, che tuttavia si discostano per risultati da altri studi analoghi, in cui si evidenzia un aumento del rischio di alcuni tipi di tumori del cervello e del nervo acustico correlati all’uso intenso dei telefoni cellulari.
Il che è come dire: “Non esporrò i miei cittadini al rischio del 5g” disse il sindaco dopo due ore di conferenza telefonica con il suo smartphone attaccato all’orecchio!