QUALI SARANNO I LAVORI DEL FUTURO

In ottobre 2020 il World economic forum ha pubblicato il report “The future of jobs” . https://www.weforum.org/reports/the-future-of-jobs-report-2020

Lo shock generato dalla pandemia sulla salute, la libertà degli individui e sull’andamento economico globale ha aperto il vaso di Pandora mettendoci di fronte ad una crisi che ha portato a definire il 2020 come uno degli anni peggiori della storia dell’umanità contemporanea.

Nella prefazione al lavoro del World Economic Forum Klaus Schwab, fondatore e direttore esecutivo del Forum, sottolinea come ci troviamo di fronte ad un momento topico, in cui le decisioni e le scelte che prenderemo oggi condizioneranno il corso delle vite e degli stili di vita di intere generazioni.

I CONTENUTI DEL REPORT

Giunto alla sua terza edizione il report fornisce una mappatura dei lavori e delle competenze del futuro, tracciando il percorso del cambiamento. 

La necessità di offrire ai lavoratori opportunità di occupazioni più sostenibili renderà necessario a livello globale, regionale e locale una maggiore collaborazione tra i settori pubblico e privato. 

In accordo con i 17 punti dell’Agenda 2030, sarà necessario innescare un processo di diffusione delle abilità digitali. La Reskilling revolution consentirà ai lavoratori di accedere a migliori competenze, migliori percorsi educativi e migliori abilità personali e tecniche per raggiungere un’attività professionale più digitalizzata, più sostenibile, più soddisfacente.

AGGIORNARE LE COMPETENZE DEI LAVORATORI

Si stima che l’84% della forza lavoro impiegatizia necessiterà una rapida digitalizzazione dei flussi di lavoro.

Intanto lo smartworking diventerà nel prossimo futuro una prassi normale. Le aziende stimano che il 44% della loro forza lavoro verrà remotizzata, il che comporterà anche la necessità per dipendenti e collaboratori di acquisire nuove competenze sia relative alle loro stesse mansioni che agli strumenti digitali.

Lo shock della pandemia nel 2020 ha messo in luce come le aziende, e gli stessi lavoratori, fossero in gran parte già pronti ad adottare meccanismi di lavoro a distanza. Oggi quindi parliamo di un’accelerazione del cambiamento che era già in atto. La sfida per le imprese sarà innescare meccanismi di coinvolgimento nel processo di innovazione tali da stimolare, attraverso la dovuta formazione, nuove competenze, attitudini e stimoli trasversali. 

Cloud computing, big data e e-commerce vengono identificate come prioritarie, confermando un trend in crescita già negli ultimi due anni, a cui si aggiungerà l’adozione più pervasiva di macchinari robotizzati e controllati attraverso l’intelligenza artificiale. Un ruolo sempre più rilevante rivestirà inoltre la sicurezza informatica, a riprova delle ormai note vulnerabilità di questa era digitale.

Una serie di nuovi ruoli stanno emergendo:

  • ingegneri dei materiali nell’automotive
  • specialisti di e-commerce e social media
  • energy manager
  • specialisti del Fintech
  • biologi e genetisti nell’ambito dell’healthcare.

Dall’altro lato invece si delineano i ruoli definiti come ridondanti entro il 2025, e saranno tipicamente i lavori che verranno rimpiazzati dall’adozione di nuove tecnologie: addetti al data entry, all’attività di segretariato, impiegati alle buste paghe e contabili, operai inseriti nella catena di montaggio.

L’eliminazione o la riduzione di queste posizioni lavorative verrà soppiantata da nuovi ruoli che rifletteranno l’adozione delle nuove tecnologie e la crescente domanda di nuovi prodotti e servizi orientati verso la green economy e la Ai economy. 

Increasing and decreasing demand

 

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