L’investimento di Eni nella fusione nucleare in terra americana continua con un accordo di cooperazione a sostegno dello sviluppo e della commercializzazione dell’energia da fusione, siglato in marzo 2023 tra Eni e CFS (Commonwealth Fusion Systems, uno spinout del Mit).
Come riportato sul sito istituzionale di Eni, la fusione nucleare è la reazione fisica che alimenta il Sole e le altre stelle ed ha il grande vantaggio di non emettere gas serra né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive.
La fusione di due nuclei di idrogeno libera un’enorme quantità di energia: allo stato attuale per consentirne il controllo e la distribuzione si sta studiando la tecnologia del confinamento magnetico che, attraverso l’utilizzo di campi magnetici potentissimi punta alla gestione del plasma in cui avviene la fusione.
Alla base della fusione sono due isotopi dell’idrogeno, deuterio e trizio: il primo viene ricavato dall’acqua del mare mentre il secondo viene prodotto da una reazione fisica con il litio.
CFS prevede di arrivare a mettere in funzione il primo reattore pilota nel 2025.
Fonti: Eni.it, Repubblica.it